6 Marzo 2025

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Biopiattaforma in ritardo di due anni. “Darà benefici per ambiente e comuni”  

Sarebbe dovuta entrare in funzione due anni fa, nel 2023. Ma  l’avvio della Biopiattaforma di Sesto San Giovanni, che ha sostituito il vecchio termovalorizzatore e che dovrebbe trasformare i rifiuti in energia pulita, non si vede. E non è dato sapere quando qualcuno taglierà il nastro del nuovo impianto. Dalle parti di Core, il consorzio di comuni (Sesto San Giovanni in testa) che guida la trasformazione insieme e Cap Holding, ancora non si parla di una data precisa. Di certo qualcosa nella laboriosa trasformazione si deve essere inceppato.

Marco Cipriano è stato presidente e amministratore unico di Core. Nel 2012 dopo l’esperienza fatta in Regione, prima come Segretario della Commissione Ambiente e poi come Vicepresidente del Consiglio, fu chiamato dall’allora Sindaco di Cologno Monzese Mario Soldano per fare l’Amministratore Unico di Core. Allora si trattava di sanare una situazione che vedeva un impianto giunto a “fine vita” e di mettere “in regola” una società gravata da un forte debito e con una gestione poco trasparente.  Dopo aver avviato il risanamento della società e esplorato varie ipotesi, nel 2016 viene raggiunto un accordo con CAP,  tramite la Città Metropolitana, per realizzare la Biopiattaforma.

Cipriano cosa è accaduto nel frattempo? Perchè la Biopiattaforma non è ancora stata avviata?
Il cronoprogramma prevedeva la conclusione dei lavori nel 2023, non si sa che cosa l’abbia fatta ritardare. Quello che si sa è che, nel frattempo, si sono venuti a creare dei problemi fra i comuni soci, che hanno portato il Comune di Cologno a decidere di uscire dalla società. Devo dire che tutta l’operazione di riconversione del vecchio impianto era stata fatta con grande trasparenza e partecipazione, si era persino costituito il RAB (Residential Advisory Board) un comitato di monitoraggio e controllo composto da cittadini, rappresentanti delle imprese e delle amministrazioni coinvolte.

Perché la biopiattaforma è un progetto essenziale per l’ambiente e per i comuni che aderiscono al Core?
Il nuovo impianto è il primo in Italia che brucerà i fanghi dei depuratori, chiudendo il ciclo del sistema idrico. Oggi per smaltire i fanghi, prevalentemente all’estero, si paga oltre 200 euro a tonnellata, con una ricaduta sul costo delle bollette per i cittadini. Con il nuovo impianto il costo scenderà a 50 euro a tonnellata.  Per i comuni soci il vantaggio sarà quello di risanare un vecchio impianto abbattendo le emissioni (zero C) realizzando un notevole risparmio per i cittadini e salvaguardando l’occupazione per i lavoratori.

Oggi tutti parlano di economia circolare e di sostenibilità ma una decina di anni fa era cosa da pionieri. E’ stato difficile convincere i comuni delle necessità del passaggio. E secondo lei la politica ha capito fino in fondo di cosa si tratta?
L’economia circolare è il futuro per il nostro pianeta, la politica tutta non ha ancora compreso l’importanza di realizzare le infrastrutture necessarie. Ad esempio in Lombardia ci sono 11 termovalorizzatori che importano rifiuti da tutta Italia mentre numerose regioni sono ancora ferme alle discariche.

Quando ha iniziato a pensare davvero che fosse possibile trasformare un vecchio inceneritore in un impianto a impatto zero? Quali sono stati i passaggi politici?
Avendo escluso il revamping del vecchio inceneritore, proprio per la sovradotazione di questi impianti in Lombardia, la proposta della Città Metropolitana ci è parsa subito interessante. Nel 2016 abbiamo avviato una trattativa con CAP per realizzare la Biopiattaforma. E’ stato necessario un lungo percorso che ha coinvolto tutti i consigli comunali dei comuni soci oltre che reso necessari numerosi incontri con i cittadini al fine di rappresentare la bontà dell’operazione. Nel frattempo sono cambiate le maggioranze politiche dei comuni e con il prevalere del centrodestra è partito lo spoil system ed è stato così deciso di revocare il mio mandato per una governance politicamente più in sintonia.

Perché un manager come lei, che ha dimostrato capacità di innovazione e coraggio nel denunciare ciò che non andava nell’amministrazione del consorzio, non è più alla guida di Core?
Ho imparato, nella mia vita, che la riconoscenza non esiste soprattutto in politica. Non vieni considerato per quello che fai ma per altri motivi che preferisco non dire.

Si aspetta un invito all’inaugurazione del nuovo impianto, quando sarà?
In effetti all’inaugurazione vorrei tanto esserci, anche perché, come racconto spesso alle mie figlie, da giovane volevo cambiare il mondo. Purtroppo non ce l’ho fatta, ma un vecchio inceneritore di rifiuti sono riuscito a cambiarlo.

Fabrizio Vangelista

Giornalista, scrittore. Direttore de La Città

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