
L’ansia di azzerare tutto. Anche il “Pescaluna”, l’inno vero di Cinisello
Ad Alex Zitelli va riconosciuta la grande professionalità. Un bravo musicista, che conosco e stimo. Ho visto il suo video, con l’inno e i bambini. Tutto molto simpatico. Ciononostante, non voglio esimermi: quando la Giunta di Destra ha lanciato il bando per riscrivere il nuovo inno da dedicare alla città ha compiuto un’evidente e maldestra forzatura.
Cinisello Balsamo, aveva un proprio inno: Il “Pescaluna” di Bobo Pozzoli. Il fatto che il testo fosse in vernacolo milanese appariva un pregevole esempio di ricchezza culturale, universalmente riconosciuta ai dialetti e alle parlate locali. Tutt’altro che una netta separazione dagli altri.
Pur leggendo molto ignoro molte cose, mi accorgo che più leggo e più necessito d’imparare. Cionondimeno, i signori della Giunta persino superano questa mia grave lacuna. Non colgono l’assunto dinamico che un inno è il frutto di un’anima musicale e letteraria legata a singoli episodi e a (più o meno) ristrette cerchie di persone. Per questo, poiché piaceva o diventava usuale, penetrava prima nella testa e poi nei cuori di molti altri cittadini. Nascono e s’insediano per una chimica speciale. Ciò non sta accadendo con il nuovo inno. A chi ha giovato il cambiamento? Agli Assessori e al Sindaco l’inno di Bobo sarà apparso, a scapito del popolo balsamese, troppo “cinisel-centrico”?
La scelta fu dovuta ad una sorda irritazione? Oppure, per inaugurare le (adesso frequenti) operazioni di revisione storica? O altrimenti far sapere chi è al comando? Per un ammiratore di Trump, così si è apertamente dichiarato Giacomo Ghilardi, ciò sembra perfettamente in linea con il modello. Tuttavia, da palazzo Confalonieri non prevedendo un’epopea trumpiana, densa di muri e di dazi, posero un’unica, stridente ed improvvida variante. Osando, l’adesso inosabile, con un bando musicale avevano abolito il confine (presente prima del ’38) tra via Cadorna e via Beato Carino.