24 Aprile 2025

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Il silenzio del sindaco sulla piazza a Ramelli e il duello Lega-Fratelli d’Italia

di Jurij Bardini

Se Cinisello Balsamo fosse un osservatorio da cui guardare le dinamiche della politica nazionale, potremmo dire che, nella corsa per aggiudicarsi il posto più a destra nella coalizione di governo, stia largamente trionfando Fratelli d’Italia. Il sindaco leghista, infatti, sembra aver completamente lasciato libertà di manovra agli eredi più legittimi della tradizione fascista italiana, rinunciando a giocare un ruolo da protagonista nell’intitolazione di un luogo pubblico a Sergio Ramelli. Mentre gli account social e le pagine web della galassia post e tuttora fascista danno appuntamento all’inaugurazione del 29 aprile a Cinisello Balsamo, il primo cittadino attraversa una fase totalmente afona: non si è più pronunciato sul tema, e ha relegato un fatto di enorme valenza politica a una sterile delibera di giunta.

Così, Giacomo Ghilardi sembra profondamente distante dagli smaniosi tentativi di Salvini di far breccia nel campo dell’utradestra, il Salvini che conquista alla Lega il generale Vannacci (a cui da poche settimane ha consegnato la tessera del partito) e che muove aperta concorrenza a Giorgia Meloni nel campo sovranista mondiale (la Lega amica di Putin e che invita Elon Musk al proprio congresso).

Una dinamica interessante perché, proprio sul territorio di Cinisello Balsamo, le fa da contraltare la riscoperta delle origini più pure e tradizionaliste del leghismo nordista e antimeridionale: ricordate l’intitolazione a Gianfranco Miglio del giardinetto in via Robecco, fortemente voluta e rivendicata da Ghilardi al contrario dell’operazione Ramelli? Avvenuta a ridosso del congresso lombardo della Lega, quell’intitolazione sembrava strizzare l’occhio al nuovo segretario lombardo del partito, Massimiliano Romeo, fautore del ritorno alla lega federalista e dell’allontanamento dall’approccio populista e sovranista di Salvini.

Il silenzio su Ramelli e la fierezza su Miglio sembrano mostrare che, quando si occupa dell’intitolazione dei luoghi pubblici della nostra città, Giacomo Ghilardi sia tutt’altro che sprovveduto. Al contrario: le sue decisioni in materia di memoria collettiva sembrano rispondere al suo personale posizionamento politico nello scacchiere della destra lombarda. Ora attivo, ora silente, in base alla competenza (le celtiche a voi, il sole delle Alpi a me) e alla lottizzazione della memoria.

In tutto questo, purtroppo, come cittadini osserviamo un’onda nera che sta per abbattersi sul Nord Milano: fioccano le intitolazioni di spazi pubblici a Sergio Ramelli e, molto probabilmente, saranno tutte occasioni di sfoggio per passo dell’oca, braccia tese e grida “presente”. E’ meglio se prendiamo subito coscienza di quello che ci aspetta: dal 29 aprile 2025, una piazza della nostra città diventerà, ogni anno, luogo di ritrovo e memoria per persone di fede antidemocratica e illiberale, per volontà della nostra attuale amministrazione comunale.

Redazione "La Città"

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